CENNI STORICI

Ricerca delle origini

Risalire alle origini di Pioverno non è compito tanto agevole, soprattutto per la mancanza di documenti e reperti. Sicuramente la zona è stata frequentata fin da epoca romana; prova ne sono le tracce di un’antica strada passante in destra Tagliamento, lungo i piedi del monte S.Simeone, in direzione di Cavazzo. Difficile però stabilire il periodo dei primi insediamenti; certo è che la presenza sulle propaggini collinari del monte S. Simeone di una serie di terrazzature sostenute da muraglie (alte talvolta anche 5 m.) formate con grosse pietre sovrapposte non squadrate, riconducono ad uno schema di impianti stanziali sviluppatisi in tempi antichi.
Le prime attestazioni del nome del paese si hanno nell’anno 1313 in Plivorno e nel 1341 in Pluiorno. Successivamente si ha  Pliuorn nel 1398, Pluern nel 1464,  Pluerno nel 1478, Susto de Pluberno nel 1487, Piuerno nel 1589, Pluverno nel 1696. Il significato del nome non è del tutto chiaro anche se viene accostato in qualche modo a plebs ‘pieve’ (G. Frau). Di per sé il nome richiamerebbe la pioggia, pluvia (plòvere, plŭere ‘piovere’) ma il riferimento non è sicuro anche se effettivamente la località è tra le più piovose del Friuli.

Dal periodo medioevale ai giorni nostri

Con l’inizio del dominio degli Ottoni (anno 952), nel territorio venzonese si sviluppa un nuovo sistema difensivo composto da diversi castelli che vengono denominati con nomi tedeschi; tra questi vi è anche Monfort (in germanico Starkenberg) posto a nord di Pioverno alle pendici del monte S.Simeone. Agli inizi del 1200 la Terra di Venzone, e con essa il castello di Monfort, si trovava in feudo ai Signori di Mels che ne hanno mantenuto il possesso fino al 1288, quando è stata ceduta ai Duchi di Carinzia. Nel 1420 la Serenissima Repubblica di Venezia confermava a Venzone la giurisdizione sulle ville di Pioverno, Portis, Bordano e Interneppo. Già in quest’epoca, ai piedi dello sperone roccioso di Monfort, doveva sorgere la chiesetta di S. Fel. Di questa non si hanno notizie precise che consentano di capire quale sia stata l’epoca della sua costruzione e quella della sua rovina. E’ comunque riportata nel disegno del 1481 di Domenico Mioni da Tolmezzo ed è pure indicata in una mappa di inizio ‘600.
Nel corso del 1797 e tra il 1805 e il 1815, il territorio è passato sotto il dominio napoleonico; successivamente è entrato a far parte del Regno Lombardo-Veneto fino al 1866 quando, con l’intero il Friuli, è stato annesso al Regno d’Italia. Durante la prima guerra mondiale (1915-1918), numerosi sono stati i piovernesi chiamati alle armi che purtroppo non hanno fatto ritorno a casa. Nel corso della seconda guerra mondiale, il 27 dicembre 1944, i quadrimotori anglo-americani in missione per bombardare il viadotto ferroviario di Rivoli Bianchi, colpiscono purtroppo anche l’abitato di Pioverno, provocando 17 morti tra la popolazione. Pure a Pioverno arrivano, con le loro famiglie, i Cosacchi che vi rimangono per quasi tre mesi, da inizio ottobre a metà dicembre del 1944. Il 4 novembre 1966 le acque del Tagliamento in piena, con un livello ed un impeto tali da rimanere ancora oggi senza eguali, distruggono la passerella, lasciando Pioverno isolata. I terremoti del 6 maggio e del 15 settembre 1976 segnano profondamente il cammino storico del paese, perché causano la distruzione della quasi totalità dei vecchi edifici in pietra, fortunatamente senza provocare vittime, con una successiva radicale trasformazione del tessuto urbano.

Lo sperone di Monfort
Pioverno in una rappresentazione grafica di metà ‘600 (Arch. Comune Venzone)

Attraversamenti del fiume Tagliamento

Pioverno per la sua posizione geografica  ha sempre dovuto convivere  nel tempo  con il problema ed il disagio del collegamento con la sponda sinistra del fiume (per raggiungere il capoluogo Venzone). Per secoli l’unico mezzo utilizzato per l’attraversamento del fiume è stata la barca. La costruzione documentata di un ponte avviene nel 1782, nell’ambito della realizzazione della strada per Tolmezzo progettata da Domenico e Francesco Schiavi. Tale manufatto, realizzato in legno con impalcatura superiore coperta, era lungo 160 m. e largo 6 ed attraversava il Tagliamento poco più a nord di Venzone. Non ha avuto vita lunga, venendo bruciato dagli austriaci in ritirata la mattina del 12 maggio 1809 dopo un combattimento con i soldati francesi del vicerè Eugenio (ancora oggi il luogo dove sorgeva questo ponte viene chiamato puint brusât). Da quell’anno per oltre un secolo, fino alla costruzione della passerella, la barca è tornata ad essere il solo modo di collegamento tra le due sponde del fiume.
I lavori per la costruzione del nuovo collegamento , iniziano nel gennaio del 1925 e si concludono il 31 maggio del 1926. Con questa realizzazione viene mandata definitivamente in pensione la barca.
Il  manufatto,  realizzato con  due pile centrali  ed  impalcato sospeso su gomene metalliche, resisterà fino alla distruttiva alluvione del 4 novembre 1966. La passerella misurava 196 metri di lunghezza, aveva una larghezza utile di 1,50 m. ed una limitazione di carico di  ql.4 su “carretti a due ruote”.
Nei primi mesi del 1968 inizia la costruzione del nuovo ponte, realizzato in cemento armato e costituito da 13 campate per una lunghezza complessiva di 273 m. ed una larghezza carrabile di 1,90. Inaugurato il 31 maggio 1970, il ponte rimane inalterato nella sua struttura fino al 1991 quando viene rifatto l’impalcato per l’allargamento della sede stradale.

Castel Plovergn
La passerella sul Tagliamento nel 1960 (Arch. privato)